INDAGINE COLDIRETTI: L’EUROPA PEGGIORA LA DIETA DI 1 ITALIANO SU 3

INDAGINE COLDIRETTI: L’EUROPA PEGGIORA LA DIETA DI 1 ITALIANO SU 3

 

Per oltre la meta’ degli italiani l’Europa deve stare lontana dalle tavole.

 

Piu’ di un italiano su tre (36 per cento) ritiene che le norme varate dall’Unione Europea abbiano peggiorato l’alimentazione e il cibo servito a tavola. E’ quanto emerge dall’Indagine Coldiretti  presentata nell’ambito dell’ esposizione “Con trucchi ed inganni l’Unione Europea apparecchia le tavole degli italiani” al maxi raduno con diecimila agricoltori dalle diverse regioni a MICO – Fiera Milano Congressi con il Presidente nazionale Roberto Moncalvo.

La maggioranza relativa degli italiani ritiene dunque – sottolinea la Coldiretti – la regolamentazione comunitaria non adeguata a garantire la qualità, la sicurezza ma anche il rispetto delle tradizioni enogastronomiche della penisola anche per il via libera ad allucinanti novità nel piatto, ai  vincoli che hanno fatto scomparire  cibi e ricette tipiche della tradizione nazionale senza dimenticare le alchimie negli ingredienti che hanno snaturato anche gli alimenti più comuni e le contraddizioni che impediscono la massima trasparenza nell’informazione ai consumatori e limitano addirittura  la libertà di scelta di singoli cittadini o di interi Paesi.

Non tutti pero’ – continua la Coldiretti – la pensano così con il 31 per cento che ritiene invece che l’Ue non abbia modificato nulla ed il 25 per cento che addirittura abbia migliorato l’alimentazione degli italiani mentre un residuo 9 per cento non risponde. Proprio sulla base delle scelte discutibili che sono state spesso fatte, dall’indagine Coldiretti/Ixe’ si evidenza anche che il 52 per cento degli italiani ritiene che l’Ue non dovrebbe legiferare e decidere sui cibi che gli italiani consumano, mentre il 42 per cento ritiene il contrario e il 6 per cento non risponde. A peggiorare la credibilità dell’Unione Europea hanno certamente contribuito – sostiene la Coldiretti –  gli episodi di truffe ed inganni che si sono moltiplicati nel tempo della crisi, dallo scandalo della carne di cavallo agli inganni a danno di prodotti simbolo del Made in Italy, con il concentrato di pomodoro proveniente dalla Cina, l’olio di oliva proveniente dalla Spagna o i prosciutti provenienti dalla Germania “spacciati” per Made in Italy per l’impossibilità di fare trasparenza sulla provenienza degli alimenti.

Secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ due italiani su tre (65 per cento) ritengono che la crisi economica abbia fatto aumentare i rischi alimentari e tra questi il 24 per cento attribuisce la responsabilità alla diffusione dei cibi low cost, il 21 per cento all’apertura delle frontiere a paesi comunitari e il 20 per cento alle diffusione delle frodi dovuta alla necessità della malavita di trovare nuove aree di business. Una analisi che fotografa bene la realtà dei fatti poiché in Italia dall’inizio della crisi sono piu’ che triplicate le frodi a tavola con un incremento record del 248 per cento del valore di cibi e bevande sequestrati perché adulterate, contraffatte o falsificate, secondo  l’analisi della Coldiretti sulla base della preziosa attività svolta dai carabinieri dei Nas dal 2007 al 2013.

Gli ottimi risultati dell’attività dei Nas confermano l’efficacia del sistema di controlli in Italia contro un crimine particolarmente odioso perché – sottolinea la Coldiretti – si fonda sull’inganno e colpisce soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo. Un segmento che – precisa la Coldiretti – è notevolmente cresciuto negli anni della crisi come dimostrano i dati sul commercio al dettaglio nei discount alimentari che peraltro nel corso del 2013 sono gli unici a fare registrare un aumento (+1,6 per cento). Dietro questi prodotti low cost – precisa la Coldiretti – spesso si nascondono infatti ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi. Lo dimostra il fatto che sul mercato mondiale, per la pressione della crisi, è sostenuto il commercio di surrogati, sottoprodotti e aromi artificiali utilizzati per nascondere la bassa qualità degli alimenti.

Si tratta di preoccupazioni che – continua la Coldiretti – riguardano anche l’Italia che è un forte importatore di prodotti alimentari, con il rischio concreto che nei cibi in vendita vengano utilizzati ingredienti di diversa qualità come il concentrato di pomodoro cinese, l’extravergine tunisino, le mozzarelle taroccate ottenute da latte in polvere, paste fuse e cagliate provenienti dall’estero. Il risultato è che nel 2013 sono aumentati del 14 per cento gli allarmi alimentari in Italia con ben 514 notifiche sulla sicurezza di cibi e bevande potenzialmente dannosi per la salute, sulla base del sistema europeo di allerta rapido per alimenti e mangimi (RASFF), rispetto al 2007 in cui è iniziata la crisi. Si tratta – conclude la Coldiretti – di un balzo record nel numero di notifiche nazionali al sistema di allerta comunitario per la prevenzione dei rischi alimentari, rispetto allo stesso periodo di cinque anni fa, prima dell’inizio della crisi.