Quasi un italiano su cinque (18 per cento) è stato vittima di frodi alimentari nel 2013 con l’acquisto di cibi fasulli, avariati e alterati ed effetti anche sulla salute.
E’ quanto emerge da una analisi dell’Indagine Coldiretti/IXE’ in occasione della presentazione del Rapporto “Agromafie”, elaborato insieme ad Eurispes, al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Cernobbio.
Il risultato è che ben il 34 per cento dei cittadini nel momento di fare la spesa è piu’ preoccupato rispetto al passato e tra questi oltre la metà (56 per cento) lo è perché aumentano i furbi che cercano di frodare sul cibo, il 44 per cento perché le aziende risparmiano sugli ingredienti e il 33 per cento perché è costretto ad acquistare prodotti meno costosi.
Effetti della crisi
Per effetto della crisi, infatti, il cibo low cost nei discount è l’unico settore a registrare un aumento delle vendite mentre negozi tradizionali, iper e supermercati risultano tutti in flessione nei primi sette mesi del 2013 secondo l’Istat. Le difficoltà economiche hanno costretto molti italiani a tagliare la spesa alimentare e a preferire l’acquisto di alimenti piu’ economici prodotti spesso a prezzi troppo bassi per essere sinceri, che rischiano di avere un impatto sulla salute.
Dietro questi prodotti spesso si nascondono, infatti, ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi ma – denuncia la Coldiretti – possono a volte mascherare anche vere e proprie illegalità, come è confermato dall’escalation dei sequestri. Di fronte al moltiplicarsi dei casi di frode e contraffazione alimentare quasi un italiano su tre (29 per cento rispetto al 22 del 2012) chiede – conclude la Coldiretti – l’arresto mentre per il 63 per cento deve essere fatta sospendere l’attività.