Spesso si parla delle donne e la narrativa tematizza un mondo della femminilità, assai variegata. Segnaliamo l’opera appena pubblicata “Donne al di là del muro” di Giovanni Rattini, editore Cleup. Che cos’hanno in comune donne come Angelina, Doris, Elisa, Maria e Milva? Le separa una barriera che può essere vistosa e imponente quando realizzata in mattoni piuttosto che in cemento armato, un ostacolo frutto di una scelta consapevole o di una imposizione che può essere anche invisibile, ma non per questo meno pericolosa, risultato di particolari steccati mentali che possono degenerare in preoccupanti forme di pregiudizio o razzismo (scrive Luciana Milani, autrice della prefazione al testo). Molti sono gli ostacoli, i muri di indifferenza e di pregiudizio che ruotano attorno alle nostre vite, incespichiamo nei pregiudizi creati da reticolati che la nostra mente crea, sono muri tra donna e donna, elementi di costante conflittualità che riprendono antiche dinamiche di lacerazione interna ed esterna.
Assomigliano ai muri che alziamo verso gli altri quando non li conosciamo, verso lo straniero quando sfugge alle ingiustizie: di questo e molto altro parla il libro. Di persone che sognano vite nuove ma sono imprigionate in una quotidianità labirintica dalla quale è difficile emanciparsi e la domanda che sorge spontanea è: ma questi muri psicologici oltre che materiali, ce li stiamo costruendo noi? Nel clima di ingiustizia che colpisce soprattutto i deboli, gli ultimi, come salviamo quel che resta del sogno di libertà e uguaglianza? L’autore ci parla delle ultime, delle donne lontane dalle istituzioni, di quelle donne che sono state dimenticate dagli altri, abbandonata come sacchi vuoti nelle nostre periferie, ai bordi del mondo del consumo. Di coloro che subiscono mariti violenti e forme di ingiustizia quotidiana e non hanno gli strumenti culturali per ribellarsi. L’autore parla di un sacrificio della femminilità di fronte al quale tanti restano indifferenti, come se la storia non avesse insegnato nulla, se non a ripetere soprusi.