S’inaugura sabato 29 agosto la personale di Renzo Fortin, “La Notte”, che resterà aperta fino a domenica 6 settembre negli spazi espositivi della “Pescheria vecchia” di Este, in provincia di Padova. La mostra è patrocinata dalla città di Este e curata da Sonia Strukul. In esposizione i paesaggi simbolisti del pittore, poeta e liutaio. Si tratta di una mostra suggestiva, dall’atmosfera nostalgica e crepuscolare, visitabile tutti i giorni in orario notturno, dalle 20 alle 22, a ingresso libero. La vernice della mostra avrà luogo sabato 29 agosto alle 20.30, dopo il saluto del sindaco di Este, Roberta Gallana, presente la musicista Varina Fortin che suonerà un prezioso violino costruito dal maestro Fortin. L’artista nasce a Este, si diploma in pittura all’Istituto d’arte “Pietro Selvatico” di Padova con Paolo Meneghesso, prosegue gli studi all’accademia di Belle Arti di Venezia sotto la guida di Bruno Saetti, Zotti, Guadagnino e dello storico e critico d’arte, De Logu. È stato per moltissimi anni docente di disegno e storia dell’arte. Nel corso della sua lunga carriera ha partecipato a numerose collettive e personali, ha illustrato libri, racconti e poesie. Nella chiesa di Prà d’Este e nell’abbazia di Carceri, in provincia di Padova, sono esposte due sue preziose opere a carattere sacro. Da oltre un trentennio è approdato anche alla liuteria e costruisce violini seguendo l’antica tradizione cremonese. Il maestro in questa sua personale indaga un tema a lui caro, la notte, scandagliando gli aspetti dormienti della natura con sguardo autentico. Il notturno è visto come momento di riflessione e di quiete; una realtà addolcita, sussurrata, un passaggio magico che segue il tramonto del sole.
La notte è stata molto studiata da poeti, letterati e pittori romantici e, come si sa, è anche un “luogo” di paure, incubi, devastanti visioni che, nel novecento, Freud indagherà con la lente della medicina e della psicanalisi. Una notte stellata può essere indice di sogno, armonia, leggerezza, desiderio, ma una notte cupa e senza stelle è evocatrice di malinconia ed elementi tetri i quali rimandano alla tradizione sepolcrale e gotica. Atmosfere che pongono di fronte alle personali paure, a problematiche individuali inconsce e profonde di tutta l’umanità. Sono in mostra opere quasi tutte monocrome e notturni caratterizzati da un’atmosfera meditativa e trasognata: certamente l’artista affronta un argomento estremamente contemporaneo e costruisce un filo rosso tra presente e passato per parlare dell’uomo di oggi e dei suoi sogni, delle sue divagazioni, delle sue speranze per il futuro, ma anche di quei turbamenti intimi che caratterizzano l’interiorità come luogo profondissimo e turbine inesplorato e misterioso, tipico dell’uomo di ogni tempo. La notte è stata indagata, tra gli altri, da Van Gogh, quale indice di volontà di vivere oltre la paura, di superamento del trauma, nonostante lo stato di malattia della “psiché”. Una personale tutta da visitare. La mostra è gratuita con entrate contingentate in ottemperanza alle direttive ministeriali anti Covid-19. La “Pescheria vecchia” si trova in via Massimo d’Azeglio 11. Martina Calvi