Non è vero che la pandemia di Covid ha fermato il mondo dello spettacolo, non è vero che ascoltare musica classica è difficile, non è altrettanto vero che al Festival della bellezza in programma a Verona dall’11 al 19 settembre (questa sera si chiude con Gianni Morandi) sono stati invitati solo uomini.
Cominciamo dalla fine. Una delle (poche per la verità) donne a salire sul palcoscenico dell’Arena di Verona per la rassegna 2020 del Festival è Gloria Campaner, giovane e versatile pianista italiana, concertista pluripremiata anche all’estero e attualmente impegnata in molti progetti per la diffusione della musica classica, in particolare della musica contemporanea. Ieri sera ha ri-dato vita ad alcune delle più note pagine beethoveniane, tra cui il terzo movimento del Concerto n.5 “Imperatore”, assieme alla giovane Orchestra Canova diretta da Enrico Saverio Pagano.
Perché la musica classica si è fermata nei mesi appena trascorsi, ma è ancora viva e lo sarà ancora per molto. Ce lo dice, convincendoci, Alessandro Baricco, per il quale le commemorazioni Beethoveniane sono un pretesto per divulgare la bellezza senza tempo della musica classica e farci capire col suo racconto che quanto noi chiamiamo difficile, lo è perché non lo conosciamo bene.
E mentre in piazza Brà si tiene “Erosioni”, il Controfestival organizzato da alcune note scrittrici e giornaliste come Chiara Valerio e Michela Murgia attraverso il tam tam dei social, a pochi passi, in Arena, si ricorda Beethoven, a 250 anni dalla nascita del compositore tedesco, ma soprattutto si ri-accendono le luci di uno dei luoghi magici della cultura italiana e (finalmente), dopo mesi di silenzio, si sente lo scroscio degli applausi del pubblico che ritorna ad emozionarsi e a gioire grazie alla musica classica che non si ferma e mai si fermerà.