LE FOTO DI MASSIMO BERTOCCO DA DP PROGETTI

E’ aperta fino al 29 ottobre alla Galleria dpProgetti di Daniela Paluello in via del Seminario la mostra “Dettagli di luce” di Luciano Bertocco con il patrocinio del Comune di Padova. In esposizione una cinquantina di foto in bianco e nero dell’artista  veneziano su cui soffermarsi e immergersi: immagini astratte, metafisiche in cui il soggetto è un pretesto per comunicare qualcos’altro, che va oltre qualsiasi oggetto. Il cuore dell’allestimento è costituito da tre gruppi di foto dove si parla di terra, di acqua, di luce, elementi primordiali, di città e di architettura industriale; chiudono le colline senesi, una carrellata di volti e alcuni scatti a colori. “Con le sue immagini l’autore si racconta ed espone se stesso agli occhi e al giudizio del pubblico – ha commentato il critico padovano Francesco Nosella – non si tratta di una narrazione autobiografica ma del bisogno, vitale, di esporre il proprio percorso interiore, la propria ascesi.”

Nato a Fiesso d’Artico, Bertocco ha incontrato la fotografia da adulto e la considera un dono, la possibilità di emancipazione umana e intellettuale. Tra le sue mostre quella a Villa Foscarini Rossi di Stra, alla chiese di San Tommaso e Santo Stefano all’Accademia di a Venezia e a Chioggia. Con l’istantanea di una donna con le vecchie mani che guarda se stessa ritratta in una foto da giovane ha vinto il premio Gallucci. Fondamentali per Bertocco sono stati alcuni incontri: uno di questi è con Giovanni Umicini, il “burbero” artista dell’immagine è stato suo mentore e maestro e  tra i tanti insegnamenti che gli ha consegnato c’è quello di fotografare “solo quando ti prende il fuoco sacro”. Un secondo incontro è quello con la parola e da qui è nato  il suo primo lavoro importante, un volume in cui la fotografia è tutt’uno con la parola biblica: dai Salmi, il libro di David che ha peccato e cerca purificazione, è uscito il suo “Ruah” ossia soffio, dalla gravità della terra alla leggerezza dell’aria. Per lui il peccato non è un fatto individuale ma una presenza, un elemento costitutivo del mondo. Un ultimo incontro ha portato a un grande arricchimento, mediato da Simona Guerra, nipote di Mario Giacomelli: le carte, gli archivi, i messaggi del grande fotografo hanno lasciato l’insegnamento che “bisogna scavare su se stessi”.